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Accoglienza, Dialogo, Rispetto: la Scuola come Laboratorio di Vita

Da oltre sessanta anni, le nostre Scuole, oggi la Scuola dell'Infanzia e la Scuola Primaria, intitolate rispettivamente alla Madonna della Navicella e a Padre Emilio Venturini, vogliono essere fedeli al delicato compito di contribuire all'umanizzazione della vita sociale. Le docenti e i docenti, nel percorso formativo, hanno cercato di far germogliare e crescere esperienze di socialità volte ad aiutare le alunne e gli alunni a "uscire" dai loro mondi, ad aprirsi al dialogo, al rispetto e all'accoglienza dei loro coetanei e a riconoscere il ruolo della figura educativa, meritevole di rispetto e di gratitudine. Certo, cammino non facile e non scontato. L'arte di insegnare non è un'attività "produttiva", ma una missione e, come tale, nello stile delle nostre Scuole, dovrebbe essere intesa e sviluppata dall'intera comunità. Impresa complessa, specie nella stagione seguita all'epidemia di CoViD, che ha aumentato il senso dell'individualismo e la chiusura in sé stessi, condizionando le relazioni umane e facendo vivere, spesso, nella diffidenza e nella indisponibilità verso gli altri.


Dobbiamo interiorizzare la consapevolezza che educare è questione di cuore, non di istruzione, mentre a volte si propende a dare più pregio a quest'ultima perché espressione di professionalità. Noi ci siamo spesso chiesti cosa volevamo trasmettere alle nostre alunne e ai nostri alunni: la rivalità del successo, dei primi posti, dei voti migliori oppure la gioia di sentirsi accolti, accompagnati e valorizzati per quello che si è e non per quello che si ha o si fa?


Possiamo dire che il primo anno di normalità post CoViD è iniziato con entusiasmo e voglia di vivere momenti di serenità tra insegnanti, alunni e famiglie. Abbiamo, perciò, organizzato alcune feste che hanno creato e ravvivato un clima collaborativo: la Festa d'Autunno e quella di Natale, il Festival Biblico e la Grande Festa di conclusione dell'Anno Scolastico; quest'ultima si è rivelata una straordinaria occasione per mostrare alle famiglie la sintesi delle attività didattiche e i progetti realizzati, che hanno suscitato molto entusiasmo. Siamo pure riusciti a coinvolgere, come amici e compagni di gioco per i più giovani, ex alunne ed ex alunni, memori della loro esperienza in un ambiente accogliente e stimolante.


Le fatiche del nostro lavoro non sono state poche né semplici, tuttavia le abbiamo dimenticate grazie alla risposta entusiasta delle bambine, dei bambini e delle loro famiglie.



Suor M. Onorina Trevisan Responsabile del Servizio Educativo della Congregazione delle Serve di Maria

Addolorata di Chioggia


Testo tratto dal quadrimestrale di informazione religiosa ' Una Vita Un Servizio' della Congregazione delle Serve di Maria Addolorata di Chioggia (Anno XXVII, n.° 2 -2023)

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